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LA FRUSTA LETTERARIA
non mi pare che abbia ad essere uno de’ necessari caratteri-
stici d’una dama perfetta, massimamente quando ella è giovane,
e madre d’una mediocre famiglia che richiede da lei una vita
che abbia molto più dell’attivo che non del contemplativo. Ma
torno a dirlo, se pute un po’ di santocchieria quell’andare i
di di lavoro a sentire una messa in chiesa dopo d’ averne sen-
tita una in casa, quando si poteva anche avere il comodo di
sentirne due in casa, questo è difetto a cui si può quasi
dare l’improprio addiettivo di buono. Approvo bene che la
festa una dama non faccia tanto uso della sua cappella o
oratorio domestico quanto i di di lavoro, perché una dama,
egualmente che ogni altro mortale, è tenuta dar buon esempio
al prossimo e farsi vedere composta e divota frequentatrice
della chiesa ne’ di festivi.
Nella lettera sesta, mettendo la sua dama in conversazione,
l’autore dice che « sentiva piacere straordinario all’udirla dare
un ragguaglio ben distinto e formato d’un’azion militare acca-
duta, poiché ne segnava i tempi, i luoghi, le circostanze, le
conseguenze; e con la carta o sia tipo alle mani, lo rendeva
altrui più intelligibile e piano. Lodava destramente la con-
dotta e il valore del comandante, o d’uno o d’un altro uffi-
ziale che v’era intervenuto ecc. ». Ma, con buona venia del
marchese, l’ intendersi di guerra e di battaglie non è, e non
debb’essere uno degl’ ingredienti che si richieggono per for-
mare la perfetta dama; e questi suoi segni di virilità non mi
paiono troppo acconci ad infiammare un uomo né d’amor pla-
tonico, né d’amor matrimoniale. Non solo, per l’universale
consentimento di tutti gli uomini, sconviene a una dama il
parlare con minutezza, e con la carta topografica in
mano, di battaglie e di fatti guerreschi; ma si reputa perfino
mala creanza negli uomini l’entrare nel distinto dettaglio d’un
solo fatto di tal sorte in presenza di donne civili, e di giovani
dame spezialmente. Questo però non è il solo indizio di
mascolinità, che il marchese ne fa dare dalla sua cara
dama. Nella stessa lettera sesta egli dice cosi: « Ho detto di
sopra che fu richiesta di consiglio da una dama sua amica;
)