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LA FRUSTA LETTERARIA
DI ARISTARCO SCANNABUE




INTRODUZIONE A’ LEGGITORI


Quel flagello di cattivi libri, che si vanno da molti e molti anni quotidianamente stampando in tutte le parti della nostra Italia, e il mal gusto di cui l’empiono, e il perfido costume che in essa propagano, hanno alla fin fine mossa tanto la bile ad uno studioso e contemplativo galantuomo, che s’ è pur risoluto di fare nella sua ormai troppo avanzata età quello che non ebbe mai voglia di fare negli anni suoi giovaneschi e virili, cioè si è risoluto di provvedersi d’una buona metaforica Frusta, e di menarla rabbiosamente addosso a tutti questi moderni goffi e sciagurati, che vanno tuttodì scarabocchiando commedie impure, tragedie balorde, critiche puerili, romanzi bislacchi, dissertazioni frivole, e prose e poesie d’ogni generazione, che non hanno in sé il minimo sugo, la minima sostanza, la minimissima qualità da renderle o dilettose o giovevoli ai leggitori ed alla patria.

Molto magnanimo, come vedete, signori miei, molto magnanimo è il motivo che induce questo vegeto e robusto vecchio a dichiarare, come solennemente dichiara, una disperatissima guerra ai tanti goti e vandali, che dal gelato Settentrione dell’ignoranza sono venuti a manomettere, a vituperare e a imbarbarire il nostro bellissimo e gloriosissimo Stivale. Ma chi

è, direte voi, questo bravaccio, il quale con questa sua terribile Frusta in pugno si lusinga cosi baldantemente di far

G. Baretti, La Frusta - i. i