Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/106

Da Wikisource.

iscriveva né manco al signor padre. Vegniamo a quell ’altra degli innamorati. Lo so io pure senza mi si giuri che non iscriveva loro mai, o soltanto di rado e quando li vedeva risolutamente fitti nel cacciarsi un coltello puntuto puntuto in mezzo al petto per disperati. Oh, puoffar la nostra! come scrivere a tante centinaia, anzi migliaia di genti! A questo effetto avria bisognato lasciar ire non solo il mangiare e ’1 bere, ma sino il ballare e il punzecchiarsi i denti colle spille, che sono cose eziandio piú necessarie del mangiare e del bere. Quella ciurma innumerabile d’innamorati le scriveva a gara, perché cosi gl’innamorati sempre si fecero dacché il loro benemerito Cadmo inventò l’ abbicci. Ma se ciascuno di quella ciurma le scriveva e s’ella non rispondeva né manco a uno, dov’è la maraviglia? Troppo briaree saria duopo le fanciulle fossero per intraprendere una tanto segretariesca fatica. E poi? qual era fra que’ tanti innamorati l’ innamorato degno d’una tanta grazia da lei? o quale, fra le loro tante lettere, la lettera degna d’una sua risposta? La vostra figliuola, dotata com’ella è d’un ingegno del tutto svegliato, s’era per tempo avveduta come cotesti nostri innamorati d’oggi sono, i quattro in tre, gente scipita, gente dappoca, gente da non farne caso, e gente soprattutto che non sa troppo bene scrivere perché non sa soverchio troppo ben leggere. Dov’è dunque, torno a dire, dov’è la maraviglia, s’ella sdegnava di scriver loro? Io mò, che non sono punto suo innamorato ma che le voglio unicamente un bene sbardellatissimo e che soprammercato non sono come voi una persona da sbigottirla col rispetto, voglio starmi caparbio nella opinione che mi vorrá scrivere, come m’ha quasimente promesso, e che lo fará, se non colla penna, almeno coll’ intenzione. Se mi scriverá colla penna, io mi terrò chiusa ogni sua lettera in quel medesimo scrigno nel quale terrei riposti i gioielli, se n’avessi. Se poi mi scriverá soltanto coll’intenzione, sapete, messer Ercole, quel ch’io farò? Indovinate. Farò stampare in un giusto volumetto quelle lettere che m’avrá scritte a quel modo e le dedicherò a un qualche Silfo. Voi lo sapete come i Silfi accettano di buona voglia le dedicatorie preposte alle cose scritte