Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/199

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che di buon guadagno. Le note spiegherebbono certe cose relative, certi passi oscuretti al volgo de’ leggitori; e le dissertazioni potrebboiio diligentemente tracciare le sorgenti di quella nuova mitologia (se mi permettete di cosi nominarla) adoperata da’ nostri Pulci, da’ nostri Boiardi, da’ nostri Ariosti e dagli altri nostri epici, tutti tanto diversi gli uni dagli altri. Ogni persona fantasiosa e di buon gusto gradirebbe, verbigrazia, di sapere d’onde le nostre fate sieno primamente scaturite e come, un passo dietro l’altro, sieno venute a fare la poetica figura che fanno ne’ poemi di que’ nostri uomini. Ogni persona fantasiosa e di buon gusto non può non desiderare di sapere d’onde que’ nostr’uomini s’abbiano primamente tratti que’ loro tanti eroi, alcuni de’ quali sono stati da essi descritti alla distesa: come a dire i Carli e gli Agramanti e gli Orlandi e i Rinaldi e i Ruggieri e i Mandricardi e i Rodomonti e i Gradassi e i Sobrini e gli altri e gli altri e gli altri; ed alcuni sono soltanto stati accennati: come a dire i Troiani, i Mambrini, gli Agolanti, gli Almonti, i Gherardi, i Donchiari, i Dombuosi e gli altri e gli altri e gli altri. Qual è, Cigna, la persona fantasiosa e di buon gusto che non godesse nel leggere l’origine prima primissima di quella gente tanto poetica e tanto dilettosa? E se poteste trovare il quando e il come e il dove Orlando e Ferrautte furono fatati, non sarebb’ella una cosa piacevole, anzi magna, poiché que’ nostri epici ne dicono che l’uno e l’altro di quegli eroi erano fatati, ma non ne dicono quel quando, quel come e quel dove? E se ne diceste come lo dio Trivigante venne da tanti de’ nostri poeti fatto dio de’ saracini, non sarebb’anco questa una cosa ghiotta e da leccarcene le dita? E quali lodi non vi tributerebbe ciascuno, se vi bastasse la vista di frugare tanto addentro le antichitá, da satisfare i nostri dotti leggitori di poesie sul fatto di que’ vari scrittori citati qui e qua ne’ nostri poemi epici: come a dire Turpino e Arnaldo e Ormanno e Alcuino e il citarista Lattanzio ed altri che non mi voglion ora venire in capo? Una raccolta de’ nostri principali epici, abbellata in cotal foggia, sarebbe da tutti compra, da tutti letta e per conseguenza, oltre al farvi onore, v’apporterebbe