Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/239

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in dono uno stupendissimo vaso di vetro da un artefice alessandrino»: dalle quali parole di Damiano si debbe arguire che in quel suo secolo durava tuttavia la fabbrica de’ vetri in Alessandria e che vi si lavorava a getto con maestria sommissima. Né ci abbiamo a far maraviglia se in quella cittá v’erano degli uomini valenti in questo genere, poiché, leggendo le storie ed esaminando gli antichi monumenti, troveremo come per molti e molti secoli ogni piú bell’arte fiori tanto fra gli egizi, che nessuna provincia del romano imperio potette vantarsi giammai di tanti impareggiabili artefici in ogni sorta di lavori quanto la loro. E non soltanto si fabbricavano in Alessandria delle cose insigni per bellezza, ma eziandio in alcune cittá della vicina Siria. Quella di Sidone, fra Paltre, la cedette di poco ad Alessandria e fu famosa anch’essa per le officine de’ vetri e pe’ suoi specchi principalmente, poiché gli specchi si vuole fossero inventati da un sidoniate, che arricchí moltissimo la patria sua con quella sua invenzione. Ella vede, signor Baldasarre, come io salto di palo in frasca, e le dico le cose a misura che mi vengono in testa senza troppo stare attaccato alla cronologia, perché scrivo una lettera e non un trattato. Ond’è che, prima la m’esca della mente, voglio farle ricordare quel bel pezzo di mosaico di vetro, che s’è trovato a’ di nostri in Tivoli ’n uno scavo fatto nella villa Adriana, il qual mosaico rappresenta quattro colombe molto al naturale: opera eccellente quanto si possa e giá descrittaci da Plinio, che, com’è dovere, ne dice un infinito bene. Dietro al mosaico ed agli specchi vengono le lastre che s’usano alle finestre, non conosciute né dagli egizi né da’ greci né da’ romani. Queste lastre, o almeno l’uso di adoperarle alle finestre, si vuole s’avesse l’origine in questa nostra Vinegia, son piú di mill’anni; non trovandosi che popolo alcuno avesse finestre di vetro prima del nostro. Fa però duopo dire che tali lastre non si soffiavano nella loro prima origine, ma si facevano di getto, e che l’arte di soffiare il vetro fu di molti secoli posteriore a quella del gittarlo, come il nostro dotto canonico Irico le proverá tosto con un libro che sta componendo