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Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/278

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DI PIETRO PAOLO BURZIO A GIAMBATTISTA PELOLIO 279 noti, e ciascuno pronto prontissimo a far il possibile e l’impossibile per lei, se occorresse. Io mò non ho piú padre né madre, né quasi parente alcuno che si dia pensiero di me e delle cose mie. Ella s’ha trent’anni soli e salute perfetta: io n’ho quarantatré buoni, e col loro bel corteggio di moltissimi acciacchi: vale a dire vista cattiva e capogin frequenti e qualche tocco tratto tratto di gotte, trasfusemi a nativitate. Ella s’ha una casa assai decente in cittá e un’altra in villa col suo bel poderetto intorno: io mò non ho né tampoco una stia da alloggiarvi un porcellino, né tampoco un palmo di terreno da piantarvi un gambo di finocchio. Ella s’ ha un impiego che le recherá ogn’ anno un secento o settecento be’ ducati: io mi procaccio qualch’anno altrettanto, è vero; ma non sono certo mai che m’avrò altrettanto quest’altr’anno. Ella è nella sua patria: io non sono nella mia, né ci scorgo verso di ritornarvi per un pezzo. Ella s’avrá tosto una moglie di suo genio: io non ho potuto ammogliarmi mai per mancanza ci’un sicuro. Che piú? Non è Ella stata due mesi testimonio delle mie tante fatiche, delle mie tante sollecitudini, dell’ansia in cui sempre vivo per poter tenere il mio barchettino a galla? Oimè, non tiriamo piú innanzi col parallelo, ch’io non venissi, riandando a minuto la condizione in cui mi trovo, a guastarmi la mente, a turbare quella calma in cui voglio vivere, malgrado gl’invidiosi e i malevoli che m’intorniano, e certamente senza che s’abbiano un buon perché. Via, via, torno adire, signor Pelolio, via, via con coteste sciocche tristezze! Caccisi in un buon letto con la sua degna sposa quanto piú presto potrá, e rifaccia suo padre, e conforti la madie, e colmi di gioia tutti i suoi, e non voglia con un affanno intempestivo, con un dolore soverchiamente ostinato e del tutto vano, amareggiare sé ed altri. Dimentichi, e con ogni fretta, un guaio che non ha rimedio; e quando voglia pure aver intorno della tristezza, torni a starsi qui un altro poco meco sotto a questo mio tettuccio. Ma no, ché né anco in casa mia (e mia sará pure sintanto che ne pagherò puntualmente la pigione); no, dico, né anco in casa mia v’ ha persona viva che si lagni del passato, che gema del presente, che si sbigotta del futuro! Ed Ella sei sa pure molto