Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/395

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Fatte alla sola foggia ch’egli le potrebbe fare, le verrebbono pure a riuscirci di qualche utilitá, se non dilettose, informandoci con esattezza di quanto i nostri molti dotti e i nostri pochissimi ignoranti si vengono alla giornata scrivendo e stampando in ogni parte d’Italia. Checché ne fosse, astenendosi dal fare quello che non sa fare e che non saprá mai fare, astenendosi, cioè, dal sentenziare prò tribunali d’ogni libro che di mano in mano va venendo in luce, il pinco non desterebbe almeno quello sdegnuzzo, quel rancoretto, quella stizza, che si desta per natura in ogn’uomo di mente diritta, sempre che si scorge un pimmeo fare il gigante, un orbo giudicar di colori. È egli possibile non si risentire, non bollire di sdegno, quando si vede un coso come il Lastri sbalestrare al modo che sbalestra, dire una corbelleria in ogni sua riga, recere le due e le tre scempiaggini in un solo periodo e snocciolar anco le grosse bugie in questa e in quella pagina? Ogn’uomo ricco di qualche sapere, dotato d’un po’ di gusto, guernito d’una bricia d’onoratezza, è propio impossibile non si stomachi di quelle sue critiche sempre baggiane, non si scandolezzi delle ingiurie che dice a Caio ed a Sempronio sempre che disapprova, non s’ incollerí di quelle affermative false falsissime, colle quali e’ viene tratto tratto disonorando questo e quel numero con una sfrontatezza da disgradarne la piú porca fiandrona che sgambetti in via San Cristofano o in quella del Giardino b). Scusate, Pierlorenzo, s’io v’ho qui fatto un preamboletto alquanto calduccio, per venirvi a dire d’una critica, petulante non meno che scimunita, posta ier l’altro da questa nostra bestia al numero ventinove delle Novelle. Si tratta in quella balorda critica d’una prefazione fatta all’ Opere del Machiavelli da quell’onorando vecchione, che volle un tempo celare il suo nome sotto quello d’Aristarco Scannabue, e che d’allora in poi fu denominato lo «zoppo» a causa di quella gamba di legno, che (i) San Cristofano e il Giardino sono due vie in Firenze, nelle quali abitano molte meretrici pubbliche: le private stanno per lo piú di casa co’ loro mariti in altre vie qua e lá.