Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/408

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sei vegga a posta sua. Ma chi potrebbe dire ciascun difetto del suo comporre, prescindendo anche dalle sue goffe parole e dal fraseggiare suo goffo? Guai, che il signor proposto mostrasse qui mai d’avere un po’ del fiorentino garbato, elegante, brioso! che s’avesse un po’ d’impeto, un po’ di vigore, un po’ d’abbondanza! che gli uscisse mai di sotto quel duro cranio un’idea un po’ balda, un’immagine un po’ pittoresca, un paragone un po’ vivo, un’allegoria un po’ razzente, un trovato che non fosse trito e comune come il grattarti quando ti prude! Guai, ch’egli ti cacciasse mai in qualche periodo una qualche allusione un po’ rimota, che ti facesse mai un cenno con qualche argutezza, che mai ti desse una botta un po’ forte all’anima con qualche frizzo o nuovo o inaspettato! I suoi tropi sono tutti paralitici, le sue figure s’hanno tutte l’asma, le sue metafore s’han tutte la pelle gialla dall’iterizia. Voless’egli mai menare una buona frustata a quel cavallastro del suo intelletto, per fargli avacciare un poco il passo! dare una forte fiancata a quella sua mula di fantasia, e farle saltare di quando in quando qualche siepe, qualche fossatello! Oh, che sfiatato comporre! Oh, che stile tutto d’un colore terroso, come il brodo di cicerchie! Gli è quel suo comporre, gli è quel suo stile, che ti fa sempre ricordare il mormorio appena audibile delle marmotte addormentate; quel tintinno sempre uniforme del campanello, che il romito di Fucecchio appende al collo dell’asino, quando vuol ire il sabato ad accattar il pane di porta in porta! Ma perché vi dich’io, Pierlorenzo, quello che giá sapete di quest’uomo, che dá le sentenze inappellabili in quelle sue Novelle? Perché caratterizzo io il modo di comporre sempre usato da questo luffomastro, da questo margravio, da questo re di tarocchi, anzi che di lingua toscana? Largo, largo, fanciulli! Largo a Sua Maestá minchiona, che se ne vien oltre, cinta l’incipriata zazzera con un serto di pastinache per diadema, trionfalmente assiso sur un carrettone senza ruote, e strascinato adagio adagio lungo questo campo di neve solla da una muta d’orsi, che i piú pelosi non si videro mai nelle montagne di Friborgo! Perché lo zoppo non è infallibile, si può benissimo, Pierlorenzo, che sia stato alcuna volta, anzi quattro e sei, colpevole