Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/52

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che mori a’ tempi di Cromuello. Quello Scarletto, per quanto appare, fu molt’anni custode, o come chi dicesse sacristano, di quel tempio, e sul muro di rincontro al suo monimento v’è il ritratto della sua tozza e bizzarra figura con una leggenduzza di sottovia, la quale informa il leggitore d’una cosa importantissima a sapersi: cioè che il signor sacristano Scarletto, a forza di spaventare e di far fuggire gli scapestrati e discoli fanciulli fuori di quella chiesa, s’acquistò il soprannome di «spaventacchio de’ bimbi» (ed è cosa certa che, se il pittore l’ha ritrattato fedelmente, il buon vecchiotto s’aveva un viso da far abortire le gatte pregne, non che da spaventare de’ garzoncelli); e il pataffio aggiunge che mori dopo d’aver visso novantott’anni sano e robusto. Fate anche voi tanto, se potete, signor Querini mio caro, ancorché non siate né piccolo né brutto né sacristano, com’era lo Scarletto; e se la lunga tiritera non vi spiace, fatemene motto, ché non ve ne mancheranno dell’altre, prima ch’io dia volta e mi lasci quest’isola a spalle. Intanto salutatemi il fratello e le nipoti e tutti gli amici ad un per uno, e datemi novelle di voi e d’essi. Addio.