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40 | PREFAZIONI E POLEMICHE |
più facilmente ancora lascerebbe impresse nella memoria de’ leggitori e degli ascoltatori molte sentenze e documenti, che facilmente fuggono quando non sono con doppie rime in eguali versi legate.
Ma qui viene il buono, che mi salteranno addosso un mondo di gravinisti e colle sopracciglia inarcate mi domanderanno padronescamente: — E perché, signor protettore delle rime, non hai tu tradotte queste tragedie in rima? — Hollo io a dir tosto questo perché? Perché non sono stato da tanto; che se da tanto fossi, ne avrei anzi scritte d’invenzione a dirittura, che meno ingegno cred’io si richiegga per inventare e porre in rima le cose da noi inventate, che per tradurre fedelmente in rima quelle inventate da altrui; né io ho voluto far altro traducendo queste tragedie che dare in qualche modo all’Italia un tanto poeta e, per quanto da me si è potuto, farlo nostro, come Omero e Virgilio e tanti altri dal Salvini, dal Caro e da tanti altri fur fatti. E qui notino bene i gravinisti (ch’io non mi dimenticassi di dirlo) che dicendo io le cose teatrali doversi scrivere in rima, non per questo mi intendo io dire che chi in rima vorrà quindinnanzi scrivere debbe lasciare di leggere e di studiare sopra quelle che in rima non sono. Signori no, io nolla ’ntendo cosi, ma si intendo che le commedie greche, latine, toscane ed anco indiane, se ve ne fossero di buone e che farlo si potesse, si debbono sempre studiare a più non posso; né io disprezzo le nostre buone tragedie se non le trovo versificate a modo mio, che anzi superbissimo n’andrei se io mi conoscessi capace di far una così bella cosa quanto è la Sofonisba; e dico solo che per non essere rimate non possono troppo piacere sur un pubblico teatro, ed ottenere il fine principale, anzi unico, che debbe con esse il buon poeta cercar d’ottenere, cioè di correggere il mal costume degli uomini e rendergli virtuosi al possibile, adescandoli dolcemente con porger loro occasione di maraviglioso diletto.
In alcuni luoghi di questa mia traduzione (come che in non molti, perché fu forza per più ragioni di porle l’originale a fronte) io mi sono presa la libertà di non mi stare servilissimamente attaccato alle parole dell’autore quando per una e quando