Pagina:Baretti - Prefazioni e polemiche.djvu/86

Da Wikisource.

torno a dire. E solamente la menerei buona ad un privato, a un giovane nobile e ricco, l’attendere un poco a tale studio per consumar l’ozio, che costui sarebbe mille volte piú lodevole che non tanti cavalieri e ricchi giovani d’ogni paese, i quali guastano i loro piú begli anni, e talvolta tutta la vita, fra le carte o ne’ bagordi o in altro peggiore esercizio; e quell’agiato giovane che acquistasse qualche cognizione de’ cammei, delle lucerne, de’ sigilli e d’altre cotali antiche frascherie, e che i danari che gli altri gittano al giuoco impiegasse in comprarne alcune, si può dire che passerebbe il tempo onestamente egli e darebbe anche piacere a qualche curioso, facendogliele poi vedere bene ordinate in una o piú bacheche. Ma che un Bartoli, maestro di molti giovanotti, scialacqui tanto tempo stampando «lettere» di trecento pagine in quarto sopra i cartoni d’un libro, e che ci minacci per giunta d’una Vera spiegazione di que’ cartoni, che dev’essere di ottocento simili pagine per lo meno, quando si ragguagli il zecchino che costerá alle tre lire e mezza che costano quelle cinque lettere; un Bartoli, obbligato a studiar bene la vera lingua toscana per insegnarla a parlare e ad elegantemente scrivere a’ medesimi scuolari suoi; un BartoH, pagato bene perché s’affatichi di e notte sintanto che sappia quanto si può sapere di greco, onde si renda sempre piú abile a dettarlo; un tal Bartoli, dico, stampa tomi e poi tomi sopra un dittico quiriniano? Oh, con sua buona grazia e di chi che sia, a me non pare ch’egli faccia cosa da cavarne meritamente approvazione ed applauso; anzi sono per dire ch’egli medesimo dovrebbe essere il primo a frenare que’ malaccorti e vanagloriosi discepoli suoi, che vedesse a briglia cosi abbandonata correr dietro a tali frivole cognizioni; egli dovrebbe reprimere l’impeto loro, ed ammonirli, e sgridarli, e farli anche a un bisogno sgridare e correggere da gente di credito e di autoritá, onde rivolgessero a miglior meta le fatiche e gli studi loro; e non farsi loro guida e dar loro, quanto può, esempio in se stesso a perdere tanti anni e tanti dietro quelle galanterie e frascherie; e quasi quasi direi, traviarli sino ne’ primi passi che fanno nell’universitá, dove la regola vuole che i giovani