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casa sua moglie, si accostava a quei giovedì con un sentimento di sacro terrore. — Prima di entrare nel portone (soleva dir egli ridendo) respiro a furia, faccio provvista a larghi polmoni, temendo sempre che l’aria mi manchi, in quella campana pneumatica. — Povero salotto del senatore Manfredi! Esso non meritava mica quei crudeli giudizî. In primo luogo il padrone non costringeva nessuno ad andarci; e poi, come è vero che ogni uccello fa il suo verso, così ogni compagnia di persone ha diritto di divertirsi a suo modo, e il torto è di chi vuol portare le sue abitudini serie tra la gente allegra, o le sue abitudini allegre tra la gente seria.
La contessa Giovanna trovò un momento opportuno per dare una buona notizia e un’utile ammonizione al conte Guidi.
— Rassicuratevi; non c’è nulla di nulla. Fate la vostra corte liberamente; mostratevi il garbato cavaliere che siete sempre stato, e vincerete la partita. Ma badate, per altro; qui bisogna lodar molto l’antico, e in arte e letteratura, astenersi sopra tutto dal parlare