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di rimanere eternamente colà, quando sentii il tuo braccio scorrere lievemente sotto il mio capo per rialzarlo, quando sentii sulle mie guancie l’alito della tua giovinezza. E poi, quale follìa! Come ho potuto io uscir fuori di me? Credilo, fu una malìa. Più ti guardo, e più vedo che nessuna donna ti vince in bellezza. Occhi meravigliosi che han pianto tanto!...... Anche i miei, Gilda, ma non piangeranno più, o piangeranno per te. Labbra porporine, da cui mi sarà così dolce una parola di perdono! guancie morbide, che non respingeranno i miei baci!.... —
Accesa di quelle parole, gittata di balzo in un mondo così nuovo per lei, Gilda trovò pure la forza di svincolarsi dalle strette del giovine.
— Ah no, messer Giacomo; — gridò ella piangente; — non è così che si ama.
— T’inganni; — le diss’egli, ma chetandosi tosto e persuadendola con atti riguardosi a sedere daccanto a lui, mentre stringeva una mano che ella non ebbe cuore di negargli; — t’inganni. L’amore è un’ebbrezza, uno spasimo; qualche volta un martirio. Non l’hai sentita tu una spina nel cuore, quando mi udivi, forsennato, implorar mercè da quella tua vanitosa signora?
— Non parlate così di lei, — diss’ella scorrucciata, ritraendo la mano, — o io crederò che l’amiate ancora.
Il Bardineto si morse le labbra.
— Ha ragione, — pensò egli tra sè, — ed io non sono ancora abbastanza esperto in cosifatte battaglie. —
Indi, rivoltosi a lei, prosegui raumiliato: