Pagina:Barrili - Castel Gavone.djvu/66

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una bambina, o giù di lì. Ma più tardi, ti ha ella mai incuorato a sperare?

— Che ne so io? Si può egli mai dir d’una donna, anche alla vigilia di farla tua, o di perderla per sempre, ch’ella t’abbia incuorato ad amarla?

— Eh, per un pazzo, non ragioni poi male! A me, per esempio, la Nena di Verezzi, che non è una Luccrezia romana, non ha forse data la più rustica gomitata, proprio un momento prima di andar ruzzoloni? Ah, ah! Ma, torniamo al caso: tu se’ in male acque, mio povero Giacomo! Ma che diamine, dico io, t’è saltato in mente di andar così in alto coi desiderii? Meglio sarebbe stato per te d’inerpicarti sull’ultima balza della Caprazoppa, là dalla parte del mare, per cogliervi i falchi nel nido. Vedi, siamo vassalli. Il notaio David, lo sputasentenze, nel cui studio ho passato i begli anni della mia giovinezza, te le dirà lui per filo e per segno, le nostre delizie. Censuarii, aldioni, coloni, servi della gleba, soggetti a taglia e soggetti a prestazione, la è tutta una beva, e non c’è altra differenza che del più o del meno.

— Io sono libero uomo! — ripiccò alteramente il Bardineto.

— Uhm! — disse Tommaso. — Libero! e chi lo è? Tu appartieni alla classe dei commendati. I tuoi vecchi erano boni homines, i quali, per custodire da ogni insidia di potenti il tranquillo possesso del loro lembo di terra, lo proffersero in podestà del signore, ne riconobbero da lui l’investitura e diventarono censuarii, come il primo quidam che da lui avesse ottenuto un poveretto a livello. La terra è serva, e chi v’ha stanza, del pari. Non c’è modo di uscirne;