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come la luna, pura come il sole, tremenda come un campo a bandiere spiegate?» —
E rideva, il briccone, e risi anch’io per far coro. Ma, da quel giorno, incominciai a dubitare intorno alla bontà delle mie descrizioni.
Cionondimeno, — tanto è piacevole il ragionare della bellezza, anche a patto di non esprimerne la millesima parte, — io mi proverò, pittore mal destro, ma pieno di buon animo, a descrivere questa leggiadra che il caso mi aveva data per compagna di viaggio, e ahimè, non per compagna di vita. Noterò prima di tutto la nera chioma corvina, abbondante, lucida, naturalmente inanellata su d’una fronte nitida come l’avorio; i grandi occhi turchini e le ciglia morbide e folte sotto «i due neri sottilissimi archi» donde Ludovico Ariosto immaginò che saettasse i suoi strali l’amore; il naso grecamente pro-