Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/173

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— Non rammentate, signora? — disse il Martorana.

— Avevate manifestato il desiderio di visitare il convento di Dusiana; — soggiunse il Cerinelli.

— È vero, è vero; — rispose la contessa, con aria di cader dalle nuvole. — Ma si era detto per oggi? Questo m’era passato di mente. A quest’ora, poi!

— Il cielo è coperto; — disse il Martorana.

— E potrà piovere, allora; — ripigliò la contessa. — Anch’io, con quest’emicrania che non mi vuole dar tregua!... —

Qui la luminosa contessa fece un gesto di persona seccata, e non aggiunse parola. Capitò il Dal Ciotto, anche lui con tanto di muso, a mala pena mi vide. Ma era più padrone di sè, forse essendo stato avvertito della mia presenza colà. Più padrone di sè, ripeto; ma mi fece anche un saluto che non mi piacque. Se non fossimo stati in casa d’altri e in presenza di signore, a quel saluto breve e sarcastico avrei risposto con un ceffone, tanto per cominciare. Già, posso ammettere ed an-