Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/312

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Il dado è tratto, e non si torna più indietro. Sarei libero di dormire a mia posta; ma non mi riesce. Ho gli occhi spalancati, che paiono due lanterne. Suonano le undici, e il mio ospite ritorna a casa. Lo sento salire la scala interna, entrare nella sua camera e chiudersi dentro. Ora leggerà.... legge sicuramente.... ha letto.... verrà a bussare al mio uscio. No, niente di ciò; sento in quella vece lo scroscio della poltrona su cui si adagia per ispogliarsi; sento il tonfo dei suoi borzacchini, che saltano sul pavimento, e buona notte, ci siam visti. Cinque minuti dopo, lavora rumorosamente e saporitamente di mantice. Beato lui! Solamente i felici sanno russare così.