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Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/374

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Lei vede sempre, signor Morelli, tutto quel che non è. Non Le ho detto or ora di accompagnarmi fino a Santa Giustina?

— Or ora, sì; — risposi. — Ma tutti questi giorni passati.... povero a me! non mi pareva di meritarmi tanta sua crudeltà.

— Crudeltà! che sarebbe? Ella vuol farmi ancora dei discorsi che io non posso sentire?

— No, no; si cheti; potrà sentir tutto, glielo giuro. E si fermi, La supplico.

— Fermiamoci; — diss’ella, crollando il capo come persona rassegnata. — Vede? mi siedo per giunta. E parliamo. Ma, se permette, incomincio io, che sono più tranquilla di Lei. Dica su, come si trova contento di Corsenna? —

La signorina Kitty voleva darmi la baia, con quel vano discorso. Ma io lo girai destramente ai miei fini.

— Moltissimo, — risposi, — perchè finalmente c’è quiete. La campagna dovrebb’esser sempre così.

— Se l’abbian per detto le persone che ci hanno lasciati a goderne, non è vero?