Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/70

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menti; del vivere ristretto e fastidioso di Genova; dei sereni piaceri della campagna, e di mille altre cose, vere o false, ma dette sempre con molta grazia e con un’aria di schietta semplicità da innamorare ognuno che fosse stato a sentirla.

Potete dunque argomentare quale prova facesse sull’animo di Lorenzo. Assorto come era in una ebbrezza profonda, non le chiese, anzi dimenticò affatto di chiederle la cagione per cui essa lo aveva chiamato in casa sua, e si lasciava andare a discorrere di mille cose, come il marinaio addormentato che sogna la sua innamorata si lascia cullare nel suo burchiello, confidato alla cura delle onde tranquille.

La contessa poi sapeva toccar quelle corde che gli andassero più a genio, e, come è virtù di molte donne, s’innalzava agevolmente al pari di lui, faceva suoi i pensieri del giovine e li metteva fuori in tal modo da far sembrare che ella non avesse mai pensato diverso.

Erano le quattro dopo il meriggio, e quella benedetta conversazione non era anche finita. I quattro tocchi della campana si fecero udire in mezzo ad una di quelle tali pause che si riscontrano nel dialogo più vivo, come una radura che lascia veder l’orizzonte, nel fitto di una boscaglia.

— Dio mio! le quattro! — esclamò la contessa. — Si dimentica il tempo in vostra compagnia, signor Salvani; e veramente mi duole di non avervi ancora parlato di quella tal faccenda per la quale vi avevo pregato di venire da me. Oggi intanto non sarebbe più tempo. Venite domani?

— Se così vi aggrada, — rispose Lorenzo sollecito.

— E se così aggrada a voi, — soggiunse la contessa.

— Oh, di questo potete esser certa, signora. Non si parte da casa vostra senza portar via qualche cosa....

— Qualche cosa?

— Eh, sicuro; il desiderio di ritornarvi.

— Se è così, tanto meglio; portatene via molto, signor Salvani; io non me ne lagnerò certamente. —

Il nostro Lorenzo se ne tornò a casa col cervello scombussolato, senza pensare, senza intendere cosa alcuna, ma leggiero, leggiero come un uomo felice. I tristi pensieri lo assalsero dopo l’arco dell’Acquasola, quando fu per discendere in città. Gli risovvenne allora della sua vita senza speranza, della povertà che lo stringeva ai lati, cose tutte che egli sentiva doppiamente acerbe, poichè egli aveva veduto la donna da cui gli sarebbe stato dolce l’essere amato.