Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/92

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Appena sei anni innanzi Antoniotto Della Torre aveva tolto in moglie la bella Ginevra, ultimo rampollo dell’antica casata dei Vivaldi. Insieme con la mano della fanciulla, che era in un monastero a compiere la sua educazione, c’erano cinque o sei milioni di sostanza, e il patto che il marito assumesse il nome della famiglia, che si sarebbe estinto colla persona di Ginevra.

La giovinetta andò sposa al Della Torre, senza pure averlo veduto; ma lo aveva veduto il tutore, e bastava. Sono questi i matrimoni che da noi si dicono di convenienza, parola che vorrebbe dissimulare il tornaconto, e non ne viene a capo. Antoniotto era ricco; la Vivaldi era ricchissima, nobilissima e bellissima per giunta; laonde non è a dire se il tornaconto c’era, e perciò il matrimonio fu combinato alla spiccia, e la fanciulla uscì dalla cella solitaria del monastero per andar difilata alla stanza nuziale.

Per tutta Genova s’era fatto un gran ragionare di queste nozze, Antoniotto Della Torre era uomo di mezza età, di umor cupo ed ambizioso; ma in fin dei conti era nobile e ricco, e nessuno trovò a ridire sulla deliberazione del tutore, il quale, a dirvela in confidenza, in quella che concedeva la mano della sua pupilla ad uno de’ suoi consorti, acconciava le sue faccende particolari, e tra l’altre, dando il capitale, non rendeva strettissimo conto dei frutti. Dice l’adagio che una mano lava l’altra, e tuttedue lavano il viso.

E bisognava aver veduto che nozze! Canzoni e sonetti ne furono scritti e stampati a dozzine. V’ebbe tra gli altri un poeta il quale, pigliando l’inspirazione dagli stemmi delle due famiglie, scrisse che un più ragionevole nodo non si sarebbe potuto stringere mai, trattandosi di un’aquila che ne «impalmava» un’altra. Immaginate che aquilotto avrebbe dovuto nascere da quelle auspicatissime nozze! E tuttavia non era nato un bel nulla, e i voti del poeta erano rimasti più sterili della sua fantasia, la quale almeno, se non de’ suoi parti, poteva insuperbire delle sue sconciature.

Appena celebrate le nozze, gli sposi erano partiti per un lungo viaggio, siccome è debito di persone le quali intendono la dignità del loro stato, e possono mettere la loro ambizione nell’appendere il nido dei loro amori eterni all’alcova di un albergo parigino. Gran dolcezza di ricordi vuol essere, pei giorni futuri! Ma infine, perchè no? Se non dolci, saporiti di certo. - «Angelo mio, ti rammenti di quella sôle à la Normande?» - «Sì, amico mio,