Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/190

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E mentre così pensava, ad alta voce proseguì:

- Lo credo benissimo, ma proprio non ci ho nulla di nuovo per voi. Son venuto per salutarvi, ed anche un po’ per vedere il marchese di Montalto. A quel nome la faccia dello sconosciuto si fece scura, come se una nube gli passasse sugli occhi. Il Giuliani, che s’era voltato a lui, come per dargli la sua parte dei gran segreti che gli uscivano dalla bocca, colse quella nube al volo, e la messe di costa a tutte l’altre ragioni di diffidenza che ci aveva nell’animo.

- Il nostro amico Aloise è partito, or fanno sei giorni: - disse Lorenzo, che non aveva notato nulla. - Egli voleva rimanere, come mi aveva promesso; ma io lo vedevo così triste, che a mala pena mi son sentito in gambe per uscir fuori di casa, gli ho restituito la sua libertà, e l’ho mandato via. Povero amico! Egli ha certo dei gravi dispiaceri! Il Giuliani ne sapeva la sua parte, dei dispiaceri di Aloise; perchè nel colloquio di Bonaventura e del suo degno discepolo se n’era lungamente parlato, e quello che Michele gliene aveva rifischiato era tale da mettere in gran pensiero il Giuliani. Ma anche questo era un discorso da non farsi in presenza d’un terzo, e il Giuliani stette mutolo, come se Lorenzo non avesse parlato con lui.


XXI.

Dove si vede come si possa avere un amico, senza sapere il suo nome

La conversazione moriva di languore. Posto tra lo sconosciuto che non poteva, e il Giuliani che non voleva dir nulla, Lorenzo deliberò di farla finita.

- Torniamo a casa; - diss’egli; - Voi sarete partito da Genova senza far colazione, e la corsa vi avrà svegliato l’appetito.

- Parlate pure liberamente; - soggiunse il Giuliani, copiando una frase dell’amico; - dite la fame; che questo è il vocabolo ad hoc. Quelle erano parole da metter fine ad ogni chiacchiera, se pure tra quei tre ci fosse stata voglia di farne. Però Lorenzo, aiutato dal vecchio, si alzò da sedere, e il Giuliani vide allora