Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/132

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tro giorni, il gran prato, e poi vantarsi, come di lui prodigio compiuto. In sette fu creato il mondo, così grande e così vario com’è, con tutto il suo corteggio di stelle; — soggiunse Rainerio, ghignando maliziosamente. — Non è egli forse vero, o buon Ansperto? Ma basti di ciò, che io non debbo metter bocca in queste cose, che voi soli sapete come siano avvenute. Io dovevo farti avvertito, perchè siamo amici, e il castello e la chiesa debbono vivere in pace, non darsi molestia a vicenda. Che se alla chiesa piacesse di far contro al castello, sappia ella che il suo posto, più elevato in cielo, è ancora troppo più umile in terra. A buon conto, la merlata del Castello di Cairo soverchia di più cubiti la guglia del campanile di Santa Maria. Spero perciò che tu non consiglierai la bianca Getruda a sposare il rustico Marbaudo. Il tuo consiglio, del resto, sarebbe vano, perchè il conte Anselmo non vorrà mai queste nozze.

— Quel che sarà destinato da Dio, avverrà; — disse Ansperto, girando largo al cantone.