Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/210

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stare la collera del conte Anselmo e del suo castellano Rainerio fu per allora più forte di ogni altra considerazione.

L’altro si allontanò, sogghignando, e parve ad Ansperto che lasciasse nella stanza odore di zolfo.

Come il prete lo ebbe veduto sparire e richiudersi l’uscio dietro, gli crebbe la paura di ciò che aveva veduto ed udito.

— Berlrada! — gridò egli, appena potè riaversi. — Bertrada! — soggiunse, rinforzando ancora la voce.

— Eccomi, zio, eccomi! — rispose la nipote, accorrendo.

Ansperto la guardò fissamente; rimase un istante muto, con gli occhi sbarrati; poi, riprendendo a grado a grado gli spiriti, le disse:

— Lo hai accompagnato sino all’uscio di strada?

— Sì, mio buon zio.

— Ah, era dunque vero? era un uomo in carne ed ossa?

— Che vuol dire questa domanda, — riprese Bertrada, sbarrando gli occhi a sua volta. —