Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/326

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— Che vedo? — gridò egli, inorridito. — Gronda sangue la tua scure, o Dodone.

— Sangue del pino! L’ho ben colpito io! e nel punto vitale! Anche il pino, mi capisci? anche il pino ha un’anima, come ogni creatura di Dio. Anche noi, nati sulla terra, vissuti sulla terra, schiavi della terra, abbiamo un’anima anche noi; e conti e castellani non lo vogliono credere.... non lo vogliono credere!..

— Pace alla tua anima afflitta, povero vecchio Dodone! — disse dolcemente il primicerio Luilprando, facendosi innanzi per cessare quella scena dolorosa. — Lascia ora che entriamo nella tua casa.

— Per che fare? — domandò il vecchio, stupito. — Tutti volete entrare nella casa di Dodone! Ora, vi permetterà il castellano, l’amante di mia figlia? Venga egli, e vedrà come ella lo tradisse già, prima di appartenergli. 11 conte ha fatta la legge; la figlia deve appartenere a chi ha vinta la gara dei falciatori.... e chi ha vinta la gara? L’uomo dagli occhi di fiamma; l’ha vinta lui, l’ha presa lui la figlia, che non volle ascoltare suo padre!