Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/353

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nel primo anniversario della morte di Getruda. Rainerio, abbandonata la moglie e i figliuoli, era andato a rinchiudersi nel monastero di Spigno, chiedendo al chiostro e alla sua penitenza il perdono dei suoi falli. Viveva il vecchio Dodone; ma in lui era morta la ragione. Di tanto in tanto pareva ritornargli una coscienza vaga del passato; e allora dava in ismanie, piangeva e rideva convulso, chiamando la figlia, e credendo di vederla in ogni persona che gli si parasse dinanzi.

Il conte Anselmo avrebbe dato alla Chiesa, non pure il maggese di San Donato, ma le case degli Arimanni, Croceferrea, Bauzile, e quant’altro possedeva, fino a Lagorotondo, sul colle di San Giacomo. E d’altri luoghi avrebbe volentieri pagata la decima richiesta. Ma a chi, se durava il litigio tra le due Curie?

Il nodo fu sciolto finalmente, per la venuta di Ottone in Italia e per la sollecitudine del vescovo di Savona, Bernardo, uomo di grande dottrina e di altrettanta diligenza nel curare le ragioni della sua diocesi.