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A ENRICO DESCALZI

Sebbene io non l’ho per un lavoro eccellente, ma perchè ho deliberato di mettere sopra ognuno de’ miei libri il nome di un amico, amo intitolare a Lei, uno dei pochi carissimi, questo mio racconto, che non sarà po’ poi la cosa più brutta del mondo in questo genere di manifatture letterarie.

Intorno alle quali vorrei pur dire alcun che, tanto per levare l’appiglio ad una riprensione che mi potrebbe esser fatta, del non sapere io uscire a cercare le mie inspirazioni e i miei temi fuori di porta Pila, o di porta Lanterna. Ecco il secondo romanzo, e, contando gli altri in corso di stampa, il quarto che s’è allogato tra le mura di Genova. Ora, è tutta in Genova la vita italiana? O non