Pagina:Barrili - L'olmo e l'edera, vol. 2.djvu/42

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— Sì, di sovente; ma chi cerca trova; gli inganni sono fermate, sono ostacoli, che non debbono disanimare i generosi, come il mal esito di uno sperimento non disanima il cultore della scienza. Del resto, il paragone tra l’amore e le altre consolazioni di cui vi ho parlato, non corre. Lo scienziato che studia, non si avvilisce punto per aver fallita la strada; l’uomo che ha errato nel giudicare degli altri, non si disonora a sperare che nuovi amici valgano meglio dei primi; laddove nelle cose di amore, segnatamente per le donne, il cercar molto, il far troppi sperimenti, conduce alla abbiettezza. Ma, appunto perchè non si possono moltiplicare le prove, appunto perchè bisogna starsene alle prime, non s’ha nemmanco a sentenziare sommariamente e condannarsi da sè a scontar la pena di un errore. Gli affetti mal posti, quando si riconoscono tali, contristano; ma non dobbiamo altrimenti lasciarci sopraffare; tanto più che l’amore, considerato in sè stesso, non è punto necessario alla vita.

— Dite da senno?

— Del migliore ch’io m’abbia. Anche in me, per avventura, la pratica potrà romper guerra alla teorica; ma, ch’io ami o no, non rileva, non toglie nulla alla bontà della tesi. E la mia tesi è questa, che si può