Pagina:Barrili - La figlia del re, Treves, 1912.djvu/167

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no, il sangue non è acqua, e se mi volessero dire qualcosa di più sulle operazioni di Borsa del mio signor genero....

Questa, su per giù, l’idea che era venuta al signor Demetrio; e forse era la buona. Ma non era altrimenti facile mandarla ad effetto. Passato il primo bollore, il signor Demetrio capì che certe cose si possono pensare, ma non si fanno, e che non è lecito entrare così di schianto, senza presentazione, nei discorsi della gente che non si ha l'onore di conoscere.

Intanto i suoi due vicini di destra, che avevano l'onore di conoscere tutta Roma, continuavano allegramente la loro rassegna. Passava in quel punto un vistoso equipaggio in grande livrea, cocchiere e valletto vestiti di panno caffè e latte, con grossi bottoni dorati; cavalli rovani dalle teste erette e dai movimenti aggraziati, che parevano due ballerini; nella vettura due signore, una vecchia e una giovane; la vecchia semplicemente vestita di grigio, coll’aria modesta e severa d'una dama di compagnia, la giovane superba e fresca nella sua abbigliatura a due tinte, di azzurro e di bianco d’avorio, donde si ergeva la testa piccina e finissima di contorni, bianco rosato il volto, con un bocchino minuscolo e vermiglio, un piccolo naso sottile e delicato, gli occhi luminosi sotto due ciglia nerissime, la fronte mezzo nascosta sotto un’onda di capelli d’oro. Strano contrasto, quei capelli d’oro con le ciglie nere! Ma era una bellezza, quel contrasto, come l'altro della carnagione bianco rosata con quelle labbra così vivamente vermiglie; e se nel complesso poteva parere una bellezza da puppattola, era tale per contro da destare una più viva curiosità, una più profonda attenzione.

I cinque o sei vicini di destra facevano la ruota; uno di essi salutò, imitato per consenso dagli altri, e tutti ebbero in ricambio un cenno di gran degnazione dalla bionda signora.

— Questa è di certo una principessa; — mormorò fra i denti il signor Demetrio, ammirando istintivamente la bella apparizione.