Pagina:Barrili - Monsù Tomè, Treves, 1885.djvu/28

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nel 1792. Austriaci e Prussiani riportano qualche vantaggio. Vittorio Amedeo si accende, dimezza i suoi sedicimila uomini disponibili, ne manda ottomila in Savoia e ottomila nella contea di Nizza. Fu un errore; bisognava mandare un piccolo corpo d’osservazione sul Varo, e gittare tutto il nerbo delle nostre forze in Savoia, perchè quella divisione ottenesse il suo pieno effetto. Ma lasciamo da parte questo errore strategico. La frontiera francese era d’ogni parte sguernita. Perchè non approfittarne, marciando da Nizza su Tolone e da Mommeliano su Lione? A Nizza comandava il De Courten, vecchio ufficiale, consigliato e guidato dal cavalier Pinto, vissuto qualche tempo in Prussia e stimato in materia militare assai più di ciò che valeva. L’uno e l’altro sciuparono l’estate sul Varo, per contrastarne il passaggio ad un nemico che non c’era. In Savoia comandavano due, il conte Lazari e il marchese Cordon. Avevano un’antica ruggine, e ne sofferse la condotta dell’esercito. Il Cordon voleva tenere unite le forze in un punto; voleva difender tutti i punti il Lazari; nessuno pensava alla utilità di prendere l’offensiva. Il governatore della Savoia la diede vinta al Lazari; le forze furono