Pagina:Barrili - Tizio Caio Sempronio, Treves, 1877.djvu/227

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CAPITOLO XVII.

Viaggio a Citera.

Povero Lisimaco! Povero servo fedele, che lavorava con tanta perseveranza c con tanta onestà a puntellar l’edilizio! Avesse almeno pensato a tagliarsi un abito dalla pezza, per offrirlo al padrone quando egli si fosse trovato ridotto agli sbrendoli I Sarebbe stato un bel tanto di sottratto alle unghie di Furio Spougia, di Crispo Lamia e di Servilio Copione. Di Cepione? Si, anche di Cepione. Mi chiederete come c’entrasse lui; c, poiché la domanda non mi sembra irragionevole, farò di appagare la vostra curiosità. Qualche giorno dopo i fatti che vi ho narrati, il ricco e adiposo argentario entrava nelle grazie di Caio Sempronio. Gran bell’anima doveva esser quella di Servilio Cepione. Quando si dico che l’apparenza inganna! Sotto quella montagna di carne palpitava dunque un bel