Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere I.djvu/22

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il povero. Namque is plurimum habet, qui minimum desiderat, habet enim quantum vult, qui vult minimum; et ideirco divitiæ non melius in fundo ci in foenore, quam in ipso hominis æstimantur animo. Nel mare di questa vita, alle tempeste e alle onde, che ci contendono il porto non contrasta chi è carico, ma chi nuota ignudo. Disprezzevole mi ti rendono questa povera tonaca che mi veste, questo rozzo bastone a cui m’appoggio? Dimmi, che avea di più Ercole flgliuol di Giove, vincitor del mondo, e Semideo? Ipse Hercules illustrator orbis, purgator ferarum, gentium domitor, is, inquam, Deus, cum terras peragraret, paulo prius quam in coelum ob virtutes adscitus, est, neque una pelle vestitior fuit, neque uno baculo comitatior. Anzi pure i primi Dei stessi, che hanno eglino nel loro regno, con che sieno ricchi? Larghe vene di metalli, onde traggano argento ed oro? oceani, ove peschino perle? conchiglie, onde spremano porpore? regni, vasalli, e popoli ligj, da cui cavin tributo? O pure, senza avere altre che sè stessi, ma di sè soli beati, e sembran poveri perché non han nulla, e sono ricchissimi perché noti han bisogno di nulla? Igitur ex nobis, cui quam mininis opus sit, is erit Deo similior.

Vada dunque per tutti i mercati e tutti i porti del mondo Socrate povero, ma Socrate letterato, e a parte a parte mirando, l’immensa copia di que’ beni, di che e le ricchezze e gli onori fan pompa, beato di ciò che sa, non curante di ciò che non ha, dica, e ‘l ripetan con lui tutti gli altri suoi pari: Quam multis ipse non egeo.

Piange a caldi occhi Alessandro in udire il Filosofo Anassagora negare, che la Natura o corno avara non volesse, o come sterile non potesse produrre altro che un Mondo, non avendo ella né misura al potere, né termine al volere, sì che ne gli spazj dell’immenso non abbia prodotti i numeri dell’infinito, e adeguato tutto l’essere a tutto il possibile, e risposto all’Idee d’innumerabili Mondi col lavorio di ciascuno. Un solo non ne possiede