Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere I.djvu/53

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Il credito d’uomo di gran senno, non la faccia accigliata mette in istima i Grandi, né più maestoso è quello, che si fa più terribile. Chi più sa e più può, chi è tutt’occhio e tutto scettro (ch’era il simbolo e quasi il carattere, con che gli Egiziani esprimeano l’idea d’un Re) esti ha più che altri del Principe e del divino.

Né può già dirsi bastevolmente sapere, chi arbitro de’ publici e de’ privati interessi, non ha l’ingegno e quinci il giudicio, ammaestrato da quelle cognizioni, che gli dettino ciò che dee e ciò che può come Principe e come Giudice e come Padre. Altrimenti tanto cala ad un Principe di dignità, quanto gli manca di sapere; convenendogli vedere negli altrui occhi, o rivettersi in capo gli occhi altrui per vedere.

Che se alcun ve n’abbia, che, per non suggettare la parte di sè, più degna, ch’è l’intendere, e farsi in ciò ligio d’alcun de’ suoi, voglia egli da sè solo ricevere ciò che altra bilancia vuole e altri pesi che quegli del suo corto sapere, tunt vero, diceva Sorse, ignorantia Principis, regni navim agit in syrtes. Dunque, a chi non sa, avviene o errare con altrui danno e suo o, per non errare ripartir l’ufficio, e rimanersi un Principe dimezzato e tronco; dove che interi sono que’ soli, in cui, a misura dello stato che governano, stanno a pesi eguali in equilibrio il Sapere e ‘l Potere.

Vuole dunque morire Giovanni Imperadore anzi che lasciarsi troncare una mano, feritagli da una saetta avvelenata, e ne dà ragione: Perché con una mano sola non sarebbe più che mezzo Imperadore; né potrebbe da sè tenere in briglia il mondo, per cui apporta bastano amendue le mani. E a chi col sapere manca la metà della fornia d’un’intero Principe, non parrà, con essere ignorante, essere un mezzo Principe?

Che domin venne in pensiero ad un cert’uomo, di scrivere e insegnare al mondo, che la più necessaria dote d’un Principe è l’ignoranza? bastando per una intera Enciclopedia quell’unica linea, che Luigi XI volle che Carlo VIII suo figliuolo sola apprendesso: Qui nescit disimulare, nescit regnare.