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Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere I.djvu/68

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68 dell’uomo di lettere

che non sanno, guadagnino da chi li sente la mercede medesima di quell’ambizioso Neante, che persuasosi d’essere ancor’egli un figliuolo d’Urania, staccata furtivamente dal tempio d’Apollo la Lira d’Orfeo, e andato in un’aperta campagna nel più bujo della notte, per aver la natura in quel profondo silenzio più attenta, quivi cominciò col plettro a carminare quell’infelice strumento in cui corda non era, che al tocco d’una mano sì indiscreta non rispondesse con un doloroso oimė; quasi lagnandosi, in sua favella, d’essere più tormentata che sonata: onde se mai fu vero, che la Lira d’Orfeo meritasse di tirare i tronchi e i sassi, fu questa volta, mentr’era maneggiata sì sgraziatamente da Neante. Ma ciò ch’essi non fecero, lo fecer le bestie; perchè svegliati a quello sconcerto di dissonanze certi bravi mastini, e giudicando il Sonatore più dal suono che dal sembiante Asinum ad lyram, lo squarciarono in pezzi. Con che, s’egli non fu simile ad Orfeo nella grazia del sonare, a mala sua ventura lo diventò nella disgrazia del morire.

Più mitemente sì, ma però più publicamente e da più bocche è lacerata la sconcertata sonatrice degli spropositi, l’Ignoranza; raccontandosi per ischerno le stoltezze che disse, la sicurezza con che le definì, l’ardire con che le difese.

Udiste voi mai due di costoro, più tondi dell’O del Giotti, disputar fra loro una quistione, o, come tal volta avviene, risolvere un problema? Vi saranno in udendoli venute in mente le parole e in bocca le risa di Demonatte1, che sentendo disputare a gran voce due, de’ quali uno niente proponeva e l’altro niente rispondeva a proposito, Tu, disse all’uno d’essi, tu mugni un capro; e all’altro: E tu per coppa gli tieni sotto un vaglio.

Certo è cosa, che muove non so se più la compassione o le risa, se avviene udir tal volta recitare o leggere da simil gente scritti, sopra suggetti anche di nobile argomento, lunghissimi discorsi, senza che mai di tante linee nè pur’una sola batta al centro, e tocchi il punto che (*) ´

  1. Lucian. in Demon.