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Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/156

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156 dell’uomo di lettere

ruggine da altrui. Dalle coti chi ricerca, che, per aguzzare il taglio alle spade, sappiano esse tagliare? Chi da que’ Mercurj di sasso, che insegnavano a’ pellegrini le publiche vie, che sappiano essi pellegrinare? Il celabro non ha senso, riferisce Cassiodoro; ed è vero: e pure, perchè in lui i nervi si piantano, e da lui ricevono gli spiriti per le più nobili operazioni dell’anima, sensum membris reliquis tradit.

S’io non ho la lode d’un pennello, che sappia insegnare a dipingere dipingendo; abbiala io almeno d’un carbone, che tira quelle morte linee, che prime abbozzano il disegno. Esse si cancellano da’ colori, e si perdono nella pittura; ma non si perde però quella loro virtù, che prescrisse ordine a’ colori, e diede regola al disegno.

IL FINE