Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/91

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cervello.

E veramente, se alla sperienza s’ attende, chiaro si mostra, che la Natura non s’ è obligata a coteste leggi, di non legare le perle senon in oro, e di non porre ingegni d’ eccellente sapere senon in corpi d’ esquisita bellezza. Potest ingenium fortissimum, ac beatissimum sub qualibet cute latere. Potest ex casa vir magnus exire. Potest ex deformi vilique corpusculo, formosus animus ac magnus; disse vero il Morale. Membra contadinesche cuoprono molte volte dilicatissimi in segni. Stanno bellissime anime sotto una ruvida pelle, come colei sotto l’ispida spoglia del lion Nemeo. Galba grande Oratore pareva un tronco di sasso informe, ma dentro v’ avea una vena d’ oro d’ un prezioso e chiaro ingegno: onde scherzando di lui M. Lollio solea dire: Ingenium Galbæ male habitat. Così tanti altri, che lungo sarebbe ridire, sì deformi, ma sì ingegnosi, che parea che in essi, come nella Calamita, andasser di pari la bellezza dello spirito e la bruttezza del corpo.

Altri poi vi sono, che le grandezze dell’ ingegno misurano dalla mole del capo; e non credono che possa essere una grande Intelligenza quella, che non ha una grande sfera. Non intendono, come un piccol capo riesca ventre abile a concepire una gran Pallade; come, un’ingegno gigante possa racchiudersi nell’ angusta nicchia d’un piccol eranio.

Non sanno, che la Mente e il centro del capo, e il centro non cresce per la grandezza del circolo. L’occhio non è egli poco più d’ una gocciola di cristallo? e non ha egli in tanta piccolezza un seno sì capace, che per la porta d’una pupilla ricetta senza confonderlo mezzo un mondo?

Parvula sic totum pervisit pupula coelum:

Quoque vident oculi minimum est, cum maxima cernant.

Spesse volte avviene, che come un piccol cuore naturalmente serra un grand’ animo, così in un capo di poca mole una mente di grande intendimento si chiuda.