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la fine di cesare battisti 125

so in pieno la trincea e le sue schegge hanno ferito tutti. Tutti, meno il Battisti. Il capitano R.... ferito leggermente alla testa, aveva il volto inondato di sangue. Il fuoco della difesa era quasi cessato.

Nessuno si era accorto che gli austriaci, nascosti fra i pini nani, si erano avanzati lungo il ciglione, a sinistra, coperto di boscaglie. Si sono sentite le voci. Dei feriti rimasti avanti alla trincea parlavano con qualcuno: Non sparate più — dicevano — siamo tutti feriti!

Il capitano ha sollevato sul parapetto il suo viso insanguinato e ha visto i berretti austriaci nella verdura a pochi passi.

— Battisti! — ha esclamato — . Vieni, seguimi o siamo presi!

E si è slanciato verso il bordo del pianoro, a levante, dalla parte opposta a quella da cui veniva il nemico. Giunto sul ciglio del precipizio si è stretto il mantello sul petto e si è gettato giù, a occhi chiusi, sicuro di morire. Nel volo, il mantello gli ha avvolto la faccia fra le sue pieghe. È stato salvato dai reticolati austriaci, costruiti alla base delle pareti di roccia.

Mezzo tramortito, ferito, stracciato, con le carni dilaniate, incapace ancora a muoversi, ha udito un ruzzolare di sassi e il rumore di un corpo che rotolava giù. Senza volgersi ha gridato: