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sui colli di san marco 201

L’artiglieria italiana e le bombarde da trincea hanno aperto stamani dei varchi nei reticolati e devastato alcuni elementi della prima linea nemica sulla collina di San Marco. A mezzogiorno la fanteria si è slanciata.

Lo scroscio lacerante, cupo, intenso della fucileria, punteggiato dagli scoppi profondi delle granate a mano, è cominciato contemporaneamente su tutta la fronte.

L’assalto è salito fra gli alberi, accolto da raffiche di mitragliatrici invisibili. Alcuni tratti dei trinceramenti austriaci sono stati espugnati al primo balzo, al sud dell’altura di San Marco, e al nord. Poi, successivamente, altri sono caduti. A poco a poco, per infiltramento, tutta la fronte di attacco è avanzata in quel settore, fra le alture a settentrione di Tivoli, espugnate l’altro ieri, e la strada che porta a Vogersko, fino ad un punto dirupato della collina di San Marco, presso la vetta, detto le Caver, l’unico punto nudo dell’altura.

Il bosco è attraversato da bufere di piombo. I nostri salgono lentamente, con lunghe soste, creandosi ad ogni passo barricamenti di pietra fra i tronchi, che le pallottole sforacchiano e scheggiano. Da una parte si vanno quasi insediando sulla vetta del San Marco, che sembra aggirata.

Il gridìo che si leva di tanto in tanto annunzia un balzo in avanti.