Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/289

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dove è passata la battaglia 279


ingressi, offre ricovero a interi battaglioni. Quando l’assalto arriva, i battaglioni escono dalle viscere della terra. Sono intanati abbastanza indietro dalla linea delle trincee per avere il tempo di emergere. Formano la vera massa di resistenza. Il margine della dolina è preparato a parapetto. Dei «cavalli di Frisia» sono gettati fuori, le mitragliatrici si appostano, ogni dolina diventa una ridotta. Sorge così dal niente un sistema di fortificazioni inattese, inesplicabili, che disorientano l’attacco, che resistono quando tutto pareva caduto.

Dall’esterno, al primo momento, nulla si vede. La foiba è piena di ammassi di pietre e di sacchi a terra, i sacchi giallastri degli austriaci; l’inferno delle esplosioni è arrivato anche là dentro, ha sterrato, scheggiato, bucato; delle casse sfasciate, delle armi, dei cenci, indicano che la dolina era un centro di riunione, ma pare tutto lì.

Nei pressi di Nova Villa, deviando dalla strada, si arriva al bordo franato di doline abbandonate, intorno alle quali la battaglia ha lasciato orme sanguinose. Scendendo in esse si passa di sorpresa in sorpresa, si vive una pagina di romanzo d’avventure. A ridosso di una parete meno esposta ai colpi, si scorge, mezzo nascosta da barricamenti, una specie di bocca di pozzo. E sormontata ancora dalle tra-