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22 la riconquista

Quando la nostra difensiva si è delineata, gli austriaci non hanno commesso l’errore di attenderne il pieno sviluppo. Si sono sentiti stringere come dalle branchie di una morsa. Mentre a nord-est le nostre fanterie guadagnavano terreno, una mostruosa batteria di cannoni di ogni calibro, piazzata allo sbocco della valle dell’Astico, nella pianura, tempestava il Cengio, batteva il nord di Arsiero, girava sopra un largo settore il suo fuoco spaventoso, agendo come una immane mitragliatrice.

Per rendersi conto della preoccupazione austriaca, bisogna ricordare che su questo settore il nemico non aveva che una via di ritirata, quella che, incassata nell’angusta Val d’Arsa, scende ad Asiago; e le strade che servivano alla dislocazione lungo la fronte non avevano sfogo alle spalle, tutto doveva passare e ripassare per Asiago.

Quando nella giornata del 24 la nostra avanzata alla destra ha raggiunto la Cima di Mandriolo, al di là della strada della valle di Campomulo, che era runica via di distribuzione austriaca alla sua sinistra, il nemico ha visto minacciate le sue comunicazioni e ha iniziato nella notte stessa la ritirata. Nella mattina del 25, verso le ore tre, ha ripiegato anche dal Cengio, devastato dai nostri cannoni, coperto letteralmente di cadaveri, dopo un bombarda-