Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
314 | la manovra vittoriosa |
oggi è continuata metodicamente. I serpeggiamenti
profondi della linea avanzata si correggono,
si va tracciando una sistemazione, le centine
fra le punte di penetrazione si tendono
col progresso di quei settori rimasti arretrati.
Gli austriaci si affannano a spiare i nostri movimenti
sulle strade scoperte e tirano all’uomo.
Bombardano qua e là, a raffiche serrate. Da
tutte le parti scrosciano esplosioni e balzano
colonne di fumo. Loquizza è battuta da grossi
calibri, così pure Oppacchiasella. Gli sconvolti
campi della lotta sono di tanto in tanto tempestati
di granate.
La giornata è coperta, scialba, tetra, e dalle nuvole basse scendono aeroplani nemici che volano a poche centinaia di metri dal suolo, roteano, osservano, cercano, filano lungo le strade e i camminamenti, e passano e ripassano mitragliando. Di tanto in tanto si è circondati da un sibilìo di pallottole che scendono dal cielo. Certe trincee sono piene di soldati stanchi che dormono profondamente, accoccolati a terra, avvolti nelle coperte; qualcuno si sveglia allo strepito, guarda, ma trova che non vale la pena di muoversi per così poco e si riaddormenta sotto la mitraglia. E nulla appare più strano, nell’urlìo delle granate che passano nel fragore di qualche scoppio vicino e il battere intermittente della mitragliatrice aerea, dell’udire il calmo respiro del sonno, il