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322 la gloria dell'ala destra


pesta di schrapnells; all’estrema destra il nemico si ritirava in disordine e dalla Quota 238 i nostri avanzavano verso le alture di Jamiano. Verso le tre, il nemico sferrava uno dei più poderosi contrattacchi.

Salivano da Jamiano e venivano da Selo, per una rete sterminata di camminamenti, nuclei e nuclei di austriaci sotto la protezione di un bombardamento di ogni calibro. I nostri dovettero ripiegare all’urto, ma difendendo disperatamente il terreno, passo passo. Dopo due ore l’intensità dell’attacco diminuiva. Si avvicinava la sera; alle cinque la formidabile reazione nemica si spegneva. Noi rimanevamo ancora padroni di qualche tratto delle trincee conquistate sui declivi della 208.

Lo svolgimento della battaglia alla destra e la logica della situazione attuale non appaiono chiaramente se non si tiene conto di quella strana montagna, alta quasi come il Veliki Hribach, che sorge isolata presso Duino come una grande sentinella del litorale: l’Hermada. Fosca, imponente, oblunga, regolare, essa non è più che una immane fortezza che gravita sulla nostra destra. Essa può essere considerata come il forte avanzato del campo trincerato di Trieste. Artiglierie innumerevoli vi hanno trovato rifugio. L’Hermada è un alveare di cannoni. Da lassù delle batterie incavernate fanno fuoco a tiro diretto sui fianchi della 208 e del-