Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/39

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come fu sventata l'offensiva nemica 29


che si precipitavano a torrenti, ubbriache di promesse, cieche di odio e di disprezzo, persuase di non trovare resistenza, costringevano a cercare più lontano la linea di arginatura per avere il tempo di farla più solida e per non rischiare troppe truppe nella fornace nel periodo critico della organizzazione definitiva della difesa. Come Joffre di fronte alla marea dell’invasione tedesca fissò sulla lontana Marna la barriera di resistenza e la linea di partenza del felice contrattacco che salvò la Francia, così Cadorna, con un arretramento analogo sebbene infinitamente minore, quasi insignificante sulla carta geografica, ha stabilito sull’orlo orientale e meridionale dell’Altipiano di Asiago, sullo spartiacque del Novegno e sulla dorsale fra l’Adige e la Vallarsa, la linea definitiva di sbarramento, appoggiata ad oriente al Lisser e ad occidente al Pasubio e al Coni Zugna.

In un ordine del giorno, magnifico e terribile, il Generalissimo disse alle truppe: «Ricordatevi che qui si difende il suolo della Patria e l’onore dell’Esercito. Queste posizioni vanno difese fino alla morte.» E le hanno difese fino alla morte. Inerpicati fra le rocce del Passo di Buole, del Pasubio, del Novegno, battute da un bombardamento che pareva volesse demolire le montagne, certi nostri reparti hanno perduto fino al sessanta per cento, e non si sono mossi. Quando la fanteria nemica si sca-