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46 nella regione riconquistata


dell’Astico e per le strade del Monte Seluggio: dilaga per ogni accesso, si suddivide in ogni sentiero, si inerpica da tutte le parti, sfonda i piccoli argini della resistenza, passa oltre, tendendo ad isolare il Cimone. Si combatte in decine di punti contemporaneamente, ogni minuscolo reparto ha la sua azione, e la battaglia crepita ad intervalli da tutte le parti.

Ad uno svolto, la visione dell’ampia vallata sparisce, la strada s’insinua nella spaccatura della Valcanaglia, fra il Pau e il Cengio, serrata dai declivi ripidi folti di boschi, e improvvisamente si è fra gli avanzi dei reticolati austriaci. Le tracce degli avversari si mescolano. Le ondate del combattimento sono passate e ripassate lasciando la loro impronta.


Il nemico è stato fermato a mille metri dallo sbocco, a Campiello. La stazione della ferrovia a cremagliera, che va ad Asiago, è distrutta. Gli edifici vicini, squarciati e diroccati, vomitano macerie e mobilia sulla strada. In alcune casupole rimaste intatte, dei feriti gravi austriaci e italiani sono stati ricoverati insieme e sono morti uno vicino all’altro. La via è stata rotta qua e là dalle granate e il terreno tutto intorno appare in certi punti arato dai proiettili, solcato, bucato, squarciato. Qualche colpo arriva ancora, più in alto, un ultimo saluto dei medi calibri che tirano dal di là dell'Assa. Per cen-