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nella regione riconquistata 49


striaci si dispongono a contrastare fieramente la formazione di una testa di ponte sulla destra dell’Assa. Ma la battaglia qui è ancora all’inizio; è incominciato appena il dialogo formidabile delle artiglierie, che andrà crescendo e sviluppandosi.

L’interesse per questo principio di azione è sopraffatto da quello risvegliato dalle impronte dell’azione finita. Il passato grida più forte del presente. La battaglia vera, la battaglia terribile, che vi commuove, che vi esalta, che vi strappa dei gridi di ammirazione e di orrore, che vi inebria di entusiasmo e vi opprime di angoscia, è una battaglia dalla quale non sale nessun rumore, è una mischia di morti.

Dal Pao al Busibollo, al Magnaboschi, al Lèmerle, lungo la linea che ha subito i colpi più violenti del cuneo austriaco, le montagne porteranno eternamente incisi nelle rocce i segni di una delle più fiere lotte della nostra storia. La gloria italiana ha in queste vette sconvolte un monumento imperituro. Dove l’invasione è stata definitivamente fermata, pare che un cataclisma abbia sovvertito tutto.


La fronte s’era fatta sinuosa per seguire il terreno, saliva, scendeva, per costoni e per vallette, si sprofondava nelle forre e nei burroni, entro l’ombra verde di boschi antichi e folti, si annidava nei cespugli sotto immense colon-