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76 il baluardo ripreso


Cimone, sovrasta la confluenza delle due valli laterali, le due spaccature dell’Astico e del Rio Freddo. Il Cimone è come la prora di una nave. Quando gli austriaci, stretti ai fianchi dalla manovra di Cadorna, si sono ritirati, hanno tenuto il Cimone, saliente formidabile, inattaccabile, vero mastio di fortezza avente il precipizio per fossato. Esso penetrava profondamente sulla nostra linea, era in mezzo a noi, dietro di noi, come una sentinella avanzata del nemico postata nel vivo della nostra occupazione. Vedeva tutto quello che facevamo nella valle del Posina, in quella dell’Astico, in quella del Rio Freddo, nel basso corso dell’Assa, stava eretto e insolente nel nodo di tutte le vallate, dominava i nostri fianchi e le nostre spalle, dirigeva il tiro delle artiglierie austriache sulle nostre retrovie, paralizzava le operazioni sul Seluggio, sul Majo, sulla Punta Corbin, di cui vedeva i rovesci.

La nostra avanzata salì subito le prime pendici del Cimone e prese il Caviojo, che è una sfaldatura del Cimone, una vetta formata dalle franatane dello sperone. Si annidò sotto alla parete e dovette fermarsi. Continuò invece ai fianchi, si insinuò nelle spaccature laterali, penetrò come un’onda intorno ad uno scoglio, risalì l’Astico, risalì il Rio Freddo, cercando di isolare il Cimone, di tagliarlo fuori. Ma si vide subito che era ancora più difficile assalirlo sui