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Sterminio senza sangue.


È la guerra di sterminio senza spargimento di sangue. Essa è portata violentemente, con illegalità, con sopruso, con violenza, contro al sentimento, alla cultura, alla lingua, alla libertà, agl’interessi di una nobile nazionalità che si vorrebbe uccidere. Le terre italiane sono additate agli slavi come una preda ed un premio. Si organizzano gite di slavi a Trieste, protette da una mobilizzazione della polizia, perchè esse spargano l’agitazione e la bramosia per il bottino, e non è permessa una gita d’italiani a terre italiane dell’impero stesso. Non solo, ma s’impediscono gite collettive di slavi in quei paesi dove lo slavismo urta non gl’italiani ma i tedeschi. Si è osato a Trieste, e precisamente nel distretto di S. Giacomo, permettere un corteo nel quale, sotto la protezione della polizia, si vedevano le bandiere slave spiegate precedere una bandiera di Trieste velata a lutto in segno di morte. La provocazione più sanguinosa è autorizzata perchè essa è anche un’arma, la quale umilia, deprime, avvilisce, dispera, quando non strappa un grido esasperato di protesta che diviene argomento di persecuzioni materiali e personali.

Pure nel campo essenzialmente economico, che interessa il benessere generale indipendentemente dalla nazionalità, ogni iniziativa italiana urta in uno sbarramento inesorabile. Se urge la costituzione di una banca, di un istituto di credito, di una cassa di risparmio italiana, la autorizzazione non vien concessa. Sono dieci anni che si aspetta l’autorizzazione governativa di una banca rurale italiana. Sono cinque anni che ritarda l’autorizzazione per erigere un istituto di credito ipotecario provinciale del quale la necessità è imperiosa.

Si è negata persino, alla Giunta provinciale di Gorizia, la licenza di erigere una cassa di risparmio, per tema di danneggiare quella slava già esistente. E si è concessa subito la fondazione di una cassa di risparmio sociale slava a Trieste, senza preoccuparsi della cassa di ri-