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verso la grande muraglia 59


il mulo e il cavallo, insieme e in perfetto accordo, andavano a brucare l’erba trascinandosi appresso le lunghe tirelle imbrattate di fango. E l’automobile rimaneva sola sul sentiero, puntellata con sassi sotto le ruote, tutta bagnata, melanconica, umiliata, con la bandiera affloscita. I marinai erano felici, com’è sempre felice un marinaio che fa una scampagnata, anche se piove.

Erano cinque uomini scelti per la forza e per l’abilità. Cinque atleti sapienti. Uno era meccanico e fotografo; aiutava Ettore Ascendendo la Lian-ya-miao. — Come ci appariva il fiume Hun. durante la marcia a sorvegliare i passi della macchina, e alle soste ci compariva davanti armato d’un cavalletto, d’un panno nero e di una enorme macchina fotografica, tirati fuori chi sa da dove; e da quel momento eravamo sotto la vigilanza del suo obbiettivo che ci seguiva severamente come un occhio ciclopico. Un altro era infermiere e cuoco, prezioso ai malati e più prezioso ai sani, sempre disposto a fasciarci scientificamente una scorticatura ed a presentarci una frittata fumante, scientificamente dosata. Un terzo era elettricista. Un altro carpentiere. L’ultimo