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sulle montagne 65


precisamente da quei tartari che voleva tenere lontani a furia di mattoni e di calce.

Alla nostra anima moderna la Grande Muraglia appare come uno stupefacente monumento della paura cinese, immenso ed illogico, magnifico e ridicolo: lo straniero l’ammira e la deride. Ma non ricordiamo che i Romani difendevano anche essi le frontiere della Britannia con un’altra doppia Grande Muraglia, per proteggere quella terra imperiale dagl’indomiti Caledoni. Vi sono state epoche nelle quali le condizioni della vita dovevano far considerare logica, naturale, necessaria, la presenza di muri maestri fra regione e regione, fra razza e razza, fra civiltà e barbarie, come oggi troviamo logico e necessario lo sterminato lavoro (che forse un giorno sembrerà giù grandioso, più buffo, e più cinese della Grande Muraglia) di svolgere sulla terra centinaia di migliaia di chilometri d’acciaio in verghe, di abbattere le foreste del mondo per sostenerlo, di scavare le montagne per farcelo passare attraverso....

Non siamo entrati nel villaggio di Cha-tau-chung, cinto da un quadrato di forti mura turrite agli angoli. Tutti i villaggi e le città cinesi sono rinserrati in un quadrato perfetto il quale mantiene forse la forma d’un primo campo trincerato. Siamo passati intorno al paese, per una strada in parte allagata, ma certamente migliore della via che attraversa l’abitato, ed abbiamo preso alloggio, fuori della porta nord, in un piccolo albergo cinese, miserabile stazione di carovane. Avevamo percorso dal mattino venticinque chilometri.

Nella corte sordida, circondata da edifici cadenti, abbiamo voluto subito provare il motore. Temevamo che gli urti, le scosse e gli sbalzi subiti nell’ascensione avessero potuto danneggiare la macchina. Ma la macchina s’è messa in moto tranquillamente, e si sono messi in moto anche i curiosi che s’erano adunati, e che hanno preso la fuga. Poco dopo sono venuti tre soldati cinesi, mandati dal mandarino del paese non si sa bene se a sorvegliare i cinesi, od a sorvegliar noi. Potevamo prenderli per una guardia d’onore o di disonore, a scelta.