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sulle montagne 89


pareti, che tendevano leggermente a disporsi come le aste di una V. Temevamo che si spezzassero i raggi o si spezzasse l’asse del differenziale. Ma uscite dalle strette riprendevano, con nostra gioia, la loro posizione parallela. In alcuni momenti però non potevo fare a meno di pensare che forse avevano ragione i fautori delle piccole automobili. Cinque centimetri di meno di larghezza, e saremmo passati ad occhi chiusi per tutto.

Sulla soglia della Mongolia. — Le automobili si preparano ad attraversare le praterie.
(L’Itala ed il Principe Borghese sono alla destra).

Ad una svolta abbiamo udito uno schianto, seguito da uno scrosciare sinistro. “Ci siamo!„ — abbiamo gridato angosciosamente. L’automobile aveva urtato il fianco con violenza. Fortunatamente il danno era limitato al parafango, che s’era scheggiato, e al montatoio, che s’era torto e piegato indietro. Ettore fremeva; avrebbe pagato metà della sua vita per essere sùbito fuori da quelle gole che ci sembravano eterne.

Le gole cominciarono poi ad alternarsi con dei tratti sabbiosi. Le roccie s’impiccolivano e le sabbie aumentavano. Sulle falde dei monti, verso il nord, i venti impetuosi che vengono