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sulla soglia della mongolia 103


Mongolia, una specie di ministro della frontiera, il cui nome personale è Te Tsui. Sulla sua casa sventolava la bandiera gialla col drago.

Il Ta Tsum-ba ci aspettava, ed egli e il suo seguito s’erano messi in gran gala per riceverci. Abiti ricamati, cappelli da cerimonia sormontati da bottoni di tutti i colori, penne di pavone oscillanti da quei bottoni sulle nuche, cinture variopinte, scarpe di raso. Quando ci ha visto si è stretto cordialmente le proprie mani, secondo l’etichetta cinese; tutti si sono stretti le mani; e poi inchini, complimenti, auguri di lunga vita, ogni cosa condita con numerose tazze di thè profumato alla rosa e al gelsomino, e con abbondanti dolciumi di natura misteriosa che il Ta Tsum-ba ci offriva con le sue stesse dita dalle lunghe unghie inanellate di giada — onore straordinario.

Le preoccupazioni di Te Tsui erano quelle del Wai-wu-pu. Ci domandò se in viaggio prendevamo appunti, se facevamo delle osservazioni sulla strada....

— Appunti? osservazioni? Mai! — rispose il Principe.

— E a Irkutsk — domandò il Ta Tsum-ba — a Irkutsk certamente prenderete il treno....

— No.

— E pure, tutti coloro che vanno per la Mongolia in Europa prendono il treno a Irkutsk! — osservò il dignitario meravigliato. — È molto comodo. Fra dieci anni vi sarà il treno anche qui.

Dopo la visita al Ta Tsum-ba, la visita al Tu Tung, ossia al generale tartaro che la tartara corte di Pechino mette al fianco di ogni governatore cinese come controllore, comandante le milizie governative e perciò onnipotente, vero tutore di tutto il mandarinato provinciale. Il Tu Tung di Kalgan si chiama Chen Sung. Abita un palazzo che pare un tempio, cinto da un muro rosso; e dalle alte antenne ornate di appendici bizzarre indicanti il fu, o casa ufficiale, sventola con la bandiera dal drago anche lo stendardo militare.

Altri abiti ricamati, cappelli da cerimonia con lunghe frangie